venerdì 28 ottobre 2011

PdCI, Diliberto: 2008 fu errore catastrofico, ora accordo con Pd

"Noi vogliamo un accordo con il Pd, così come lo vogliamo con tutto il centrosinistra". Lo ha proposto il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, nella sua relazione iniziale al sesto congresso nazionale avviato a Rimini. Questa intesa - in particolare su scuola, lavoro e fisco - deve puntare a trovare un accordo per tornare a governare il paese, perché già nel 2008, quando si fece cadere il Governo Prodi, fu "un errore catastrofico".
"Ritengo che non si debba rifare il catastrofico errore del 2008 quando andando divisi - ha spiegato Diliberto -. Io con molta modestia fui l'unico a dire che non dovevamo dividerci, ma Veltroni e Bertinotti insieme decisero la separazione consensuale" in particolare "Veltroni ha regalato la maggioranza a Berlusconi e Bertinotti ha regalato alla sinistra il 3,1% e siamo rimasti fuori dal Parlamento". Quindi "andammo divisi e perdemmo rovinosamente". Complimenti per il bell'esito! Non rifacciamo gli stessi errori del passato".
Un accordo con il Partito democratico, secondo il segretario del Pdci, non è possibile su tutti i punti, per esempio la proposta di un intervento dell'Italia nella guerra in Libia "sarebbe una cosa assolutamente invotabile". Però "proponiamo di negoziare quanto prima possibile con il centrosinistra alla luce del sole non nelle segrete stanze alcuni punti chiari, senza possibili fraintendimenti futuri; fattibili; che siano comprensibili ai cittadini italiani". In particolare, ha spiegato, su "lavoro e ruolo del pubblico nell'economia", su "scuola pubblica e intera filiera dei saperi" e "fisco". "Noi - ha aggiunto - abbiamo programma dettagliato a disposizione del centrosinistra per la lotta all'evasione fiscale".
"Noi - ha concluso Diliberto - vogliamo partecipare alle primarie del centrosinistra perché rappresentano già un pezzo della campagna elettorale di dopo, danno visibilità e delimitano i confini della coalizione e noi saremmo scellerati a non partecipare. I nostri militanti vogliono partecipare, non ci sottraiamo a un dovere democratico".

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