Unità del centro sinistra, della sinistra e dei comunisti: questo lo schema proposto dal segretario nazionale del Pdci, Oliviero Diliberto, nel suo intervento conclusivo al VI congresso nazionale del partito a Rimini. Diliberto ha ripercorso i temi affrontati venerdì scorso nella relazione introduttiva di fronte ai delegati nazionali. Primo il rapporto con il Pd e la necessità di «un'alleanza democratica delle forze progressiste» per «scacciare i mercanti dal tempio» ovvero per sconfiggere Berlusconi vista l'attuale «crisi del sistema democratico».
Per questo, al partito di Bersani, il segretario del Pdci, offre «un patto di legislatura» basato sulla condivisione di tre punti chiari (lavoro, scuola pubblica e fisco). «In cambio - ha detto - vi consentiremo di governare per cinque anni senza rotture di scatole».
Secondo, il rapporto con la sinistra e la necessità di uscire dal «nanismo» e di diventare una forza in grado, anche numericamente, di rappresentare le istanze dei lavoratori e dei movimenti. Ecco, dunque, la mano tesa verso Sinistra cologia e libertà per la creazione di un unico soggetto su base federativa. «A Vendola - ha detto Diliberto - chiedo un pò di lungimiranza politica». Terzo, l'auspicio di una riunificazione dei comunisti dentro ad un unico partito. Da questo punto di vista le risposte di Rifondazione Comunista sono «ancora insoddisfacenti».
«La Federazione della sinistra - ha spiegato Diliberto - è un punto di partenza non di arrivo. A me sembra che sia una versione edulcorata e un pò annacquata dell'unione dei comunisti che noi proponiamo. Il segretario del Pdci ha concluso il suo intervento con la lettura di un passo della biografia scritta da Nello Rosselli («martire della Resistenza») dedicata a Carlo Pisacane, eroe del Risorgimento italiano.
Al termine del discorso i pugni alzati dei delegati riuniti al palacongressi di Rimini hanno accompagnato le note delle canzoni «Bandiera Rossa» e «Bella Ciao».
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