La decisione della Regione Calabria di tagliare 4,5 milioni
di Km di corse, di cui 3 milioni di Km nella provincia cosentina, con la
delibera n. 147 dello scorso 30 Marzo, è semplicemente deleteria. Tale scelta è
figlia di una politica sbagliata e senza senso, incentrata essenzialmente su
tagli ai beni comuni, essenziali e civili. Questa volta è toccato al trasporto
pubblico locale: la provincia cosentina rischia di perdere, in termini di
risorse disponibili per il servizio su gomma, diversi milioni di euro, pronti a
ripercuotersi sul personale dipendente delle ditte private. Molti lavoratori
tra autisti e controllori sarebbero già in odore di licenziamento. A farne le
spese non saranno soltanto i lavoratori, i disagi si riverseranno anche sulle
migliaia di persone che ogni giorno si affidano al trasporto pubblico per
recarsi sul posto di lavoro e nei luoghi di studio. Da Marxisti difendiamo
il lavoro in ogni sua forma, purché non leda la dignità umana. Ci sentiamo
vicini soprattutto alla categoria dei ferrotranvieri, poiché storicamente la
lotta di classe emerge da un sostanziale dualismo con il movimento operaio
(macchinisti-ferrovieri in primis). Un tempo si parlava di “modello Reggio”
anche per la regione calabrese, ebbene il modello era sbagliato per il comune
di Reggio Calabria (sciolto per “contiguità” con organizzazioni mafiose) ed è
funesto per la
Regione. Consideriamo la giunta di Scoppelliti disorientata
ed incapace; infatti, oltre al caos dei trasporti, ci sarebbe anche la grana
della raccolta dei rifiuti solidi urbani da risolvere.
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