Alla fine Ignazio Marino salva l'intero centrosinistra italiano. Ancora non c'è una vittoria, ma il Pd grazie alla sua figura riesce ad ottenere al primo turno, a Roma, oltre il 40% dei consensi. Proprio Marino che si era pronunciato in favore di Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica, andando contro ogni logica di partito.
Il segretario Bersani ha le colpe di essere stato l’uomo del "Nì". La scelta di fare un Governissimo col PdL, barattando la presidenza della Repubblica con il nome di Franco Marini (bruciando Rodotà e Prodi, salvo poi ripiegare su Napolitano), è stata accolta dalla base come un tradimento. Abbiamo visto militanti del Pd, giovani in primis, occupare le sezioni in segno di protesta, arrivare alla minaccia del “non voto” e stracciare la tessera. L’abbraccio con Alfano è l’immagine della fine del Pd. Anni di storia e di lotte buttati al vento: cosa avrebbe detto Berlinguer? E Togliatti? La verità è che la dirigenza del partito si è imborghesita e non rappresenta più il suo elettorato. Lo scollamento tra la base e la dirigenza nazionale appare evidente, in quanto nei localismi il Pd tiene alla grande.
Prende sempre più piede l'idea di un "Partito Nuovo" con una dirigenza politicamente capace e di sinistra (Barca, Cofferati, Rodotà, Civati, Emiliano, Landini si sono già messi a disposizione). Idee e non semplice rottamazione. L'asse D'alema-Renzi ha portato l'intero centrosinistra su un binario morto. La scelta del PdCI di candidare, a sindaco di Roma, Medici (persona eccelsa, per carità), ci è sembrata fuori dal mondo: la base del nostro partito sta chiedendo Unità con l'intera sinistra. Non dimentichiamoci il '98 e la ragione per cui siamo nati. Speriamo che si possa convergere al ballottaggio in favore di Marino.
Le ragioni della sinistra massimalista sono lampanti quando si tratta di politica nazionale: dal Governissimo alla scelta di non partecipare al referendum di Bologna, dove peraltro vince la scuola pubblica.
Fallisce anche il "Grillismo" che non raccoglie gli stessi consensi delle elezioni politiche 2013. I 5 stelle pagano l'atteggiamento spocchioso e irriverente nei confronti della sinistra. Probabilmente l'elettorato ha deciso di non rinnovare la fiducia nel momento in cui Grillo, con i suoi dictat, ha congelato i voti di milioni di italiani, delegando a figure marginali i candidati dello stesso movimento. Spariscono Ingroia e IdV.
Il segretario Bersani ha le colpe di essere stato l’uomo del "Nì". La scelta di fare un Governissimo col PdL, barattando la presidenza della Repubblica con il nome di Franco Marini (bruciando Rodotà e Prodi, salvo poi ripiegare su Napolitano), è stata accolta dalla base come un tradimento. Abbiamo visto militanti del Pd, giovani in primis, occupare le sezioni in segno di protesta, arrivare alla minaccia del “non voto” e stracciare la tessera. L’abbraccio con Alfano è l’immagine della fine del Pd. Anni di storia e di lotte buttati al vento: cosa avrebbe detto Berlinguer? E Togliatti? La verità è che la dirigenza del partito si è imborghesita e non rappresenta più il suo elettorato. Lo scollamento tra la base e la dirigenza nazionale appare evidente, in quanto nei localismi il Pd tiene alla grande.
Prende sempre più piede l'idea di un "Partito Nuovo" con una dirigenza politicamente capace e di sinistra (Barca, Cofferati, Rodotà, Civati, Emiliano, Landini si sono già messi a disposizione). Idee e non semplice rottamazione. L'asse D'alema-Renzi ha portato l'intero centrosinistra su un binario morto. La scelta del PdCI di candidare, a sindaco di Roma, Medici (persona eccelsa, per carità), ci è sembrata fuori dal mondo: la base del nostro partito sta chiedendo Unità con l'intera sinistra. Non dimentichiamoci il '98 e la ragione per cui siamo nati. Speriamo che si possa convergere al ballottaggio in favore di Marino.
Le ragioni della sinistra massimalista sono lampanti quando si tratta di politica nazionale: dal Governissimo alla scelta di non partecipare al referendum di Bologna, dove peraltro vince la scuola pubblica.
Fallisce anche il "Grillismo" che non raccoglie gli stessi consensi delle elezioni politiche 2013. I 5 stelle pagano l'atteggiamento spocchioso e irriverente nei confronti della sinistra. Probabilmente l'elettorato ha deciso di non rinnovare la fiducia nel momento in cui Grillo, con i suoi dictat, ha congelato i voti di milioni di italiani, delegando a figure marginali i candidati dello stesso movimento. Spariscono Ingroia e IdV.
Allora, Cosa Fare?
Urge dunque la creazione di un ‘’Partito” che sappia
ascoltare i problemi della gente, partendo dalla straordinario radicamento
nel territorio. Un partito dalla parte
dei lavoratori (dipendenti, e non), un partito di sinistra, progressista, e che abbia
consensi verso l’aria moderata che si ispira al cristianesimo sociale (così avrebbe voluto anche Don Gallo).
In questa direzione, alcuni dirigenti della sezione locale del PdCI hanno deciso di intraprendere un percorso comune e di lavorare per la creazione una nuova Sinistra di governo, firmando l'appello "A sinistra per l'Italia". (http://www.asinistraperlitalia.it/?p=18 ) http://www.youtube.com/watch?v=IXiv1t7NJeY
In questa direzione, alcuni dirigenti della sezione locale del PdCI hanno deciso di intraprendere un percorso comune e di lavorare per la creazione una nuova Sinistra di governo, firmando l'appello "A sinistra per l'Italia". (http://www.asinistraperlitalia.it/?p=18 ) http://www.youtube.com/watch?v=IXiv1t7NJeY